La primitività della psiche infantile

Nell’evoluzione psicoistintiva del bambino i genitori non tengono sufficientemente conto degli elementi aggressivi o distruttivi e di quanto questi elementi effettivamente agiscano, nell’interiorità psichica e nell’inconscio del bambino, quali produttori di conflitti e angosce.

Spesso si da troppa importanza all’ambiente familiare come tale, agli errori degli adulti, alle influenze esterne educative e repressive; troppo poca ai conflitti essenziali inerenti agli istinti bassi propri del bambino, che non ha un Io strutturato, sufficientemente sviluppato per controllare e modificare tali istinti. Inoltre si da pochissima importanza ai modi estremamente irrealistici e fantasiosi con i quali il bambino elabora i dati dell’esperienza.

Seguendo le indicazioni di M. Klein si deve sottolineare che:

1. Il bambino viene al mondo con una “dotazione di istinti” riconducibili, come aveva postulato S. Freud, sotto i segni contrastanti e conflittuali dell’amore e della morte, della sessualità e della distruttività;

2. I rudimenti di un Io sono già presenti nel primissimo periodo della vita infantile, ed è per questo che possono aver luogo anche conflitti sul piano della attività psichica;

3. Il bambino, anche di poche settimane, è in grado di sperimentare l’esistenza degli oggetti e di stabilire “rapporti oggettuali”; con essi può instaurare relazioni antagoniste, generatrici di angoscia e costituenti i nuclei primari di situazioni di frustrazione.

Un genitore desideroso di educare la psiche primitiva di suo figlio deve capire e cercare di interpretare le fantasie, le sensazioni, le ansie e le esperienze da lui espresse nel gioco. I momenti di gioco del bambino sono spesso esplorati dalle nonne o da sostituti materni (per esempio: operatori di asili nido o scuole materne) che vedono nel gioco del bambino più l’aspetto “occupazionale” che “simbolico e rappresentativo” di stati d’animo conflittuali.

Il gioco è per il bambino la via principale all’espressione dell’aggressività, in vari modalità, direttamente o indirettamente. A tal proposito è essenziale capire come nel bambino in un certo particolare momento affiorino impulsi distruttivi: per il genitore osservare lo strutturarsi di questi impulsi, le conseguenze, il senso e il significato di tali comportamenti assume senz’altro valore terapeutico.

Tipicamente sentimenti di colpa possono manifestarsi dopo la rottura di un giocattolo. Tale colpa non va solo riferita al danno che il bambino ha procurato ma anche a ciò che il giocattolo rappresenta nell’inconscio del bambino, per esempio un fratellino, una sorellina o lo stesso genitore. Veri e propri attacchi fisici fatti da un bambino ad altri bambini devono portare un genitore a capire che se suo figlio non riesce a contenere l’aggressività entro certi limiti, forse le fantasie aggressive del bambino sono troppo inibite. Si consideri che un buon modo di permettere a un bambino di esprimere le sue fantasie aggressive è il disegno.

Il genitore che mostra disapprovazione per il figlio che ha rotto un giocattolo eserciterà un influsso educativo o morale, ma non comprenderà le emozioni e le fantasie che vengono fuori nel figlio tramite quel gesto: l’atteggiamento del bambino verso un giocattolo da lui danneggiato è molto rivelatore! Spesso il bambino accantona il giocattolo rotto che rappresenta, per esempio, un fratellino o un genitore e lo ignora per qualche tempo. Ciò indica l’avversione per l’oggetto dovuta alla paura di essere perseguitato, alla paura cioè che la persona assalita diventi vendicativa o pericolosa. Se un bel giorno il bambino cerca tra i suoi giocattoli quel particolare giocattolo danneggiato, significa che è avvenuto un cambiamento nei rapporti del bambino, con quel particolare fratellino o genitore rappresentato dal giocattolo e che l’ansia legata alla persecuzione è diminuita.

L’importanza di tali cambiamenti è di enorme importanza per il genitore, che spesso deve conoscere questi codici di significazione se vuol essere il primo ed unico a gestire la formazione del carattere di suo figlio.

La pratica quotidiana dimostra che forte è l’assenza di senso e significato da parte dei genitori verso i propri figli. Riflettiamo sulla classica scena estiva che spesso rivive un terapeuta – che pure di norma evita di analizzare ad infinitum – quando vede in vacanza una madre con i propri figli. La prima domanda che quel terapeuta si pone è: “Questa madre conosce i propri figli o è la prima volta che si cimenta in tale conoscenza?”. Elicitata anche da semplici scene, quasi tutte identiche e ripetute da diverse madri con lo stesso stile. Descriviamone una in particolare: una madre è circondata da due figli gemellini. Percorre un po’ di strada con uno dei due, l’altro lo lascia vicino al padre. Il bambino ha in mano un giocattolo e lo scaglia a terra più volte, la madre “distratta” lo prende e lo ridà a suo figlio, il quale lo rilancia con maggiore violenza. La madre “distaccata” lo raccoglie e glielo rimette in mano, il bambino incrementa l’aggressività nel lancio dell’oggetto e la madre “imperturbabile” lo riprende e glielo riporge.

Ma è possibile che questa madre “guru” neanche per un attimo si accorga che quel giocattolo scagliato “è il fratellino”? Che cosa altro dovrebbe fare il piccolo per mostrare la sua violenta gelosia? La scena non finisce qui perché intanto il padre svincola il secondo gemellino per lasciarlo andare verso la madre e a questo punto la situazione “precipita”: sopraggiunto, il bambino raccoglie il giocattolo lanciato più volte dal fratello rivale e, nell’incoscienza dei genitori, la scena si chiude con il pianto di entrambi i bambini incompresi.

Siamo quasi costretti a porci questa domanda: forse il fratellino che era con il padre ha capito l’intenzione inconscia del fratello rivale ed è corso a salvare il proprio corpo, aggredito tramite quel giocattolo, mentre mamma e papà, ignari di tutto, fissavano il mare e iniziavano a godersi le vacanze.

Allora buone vacanze ai genitori, visto che la cecità psichica non toglie certo l’abbronzatura.

Lascia un commento

La tua email non sarà mai pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati da *

*
*