Droga e gioventù

La dipendenza coatta da droghe e sostanze stupefacenti può avere effetti catastrofici perché chiude la via all’autenticità di emozioni, affetti e sentimenti.

La droga serve a manipolare il corpo affinché produca i sentimenti desiderati, di solito positivi e legati ad una vita senza ostacoli. Lo stesso meccanismo si ritrova peraltro con il consumo di droghe legali, come gli stessi psicofarmaci, che ormai sostituiscono anche la più banale psicoterapia.

Molti adolescenti assumono droghe per essere creativi, ma è una creatività fittizia, uccisa da un’educazione spesso crudele, spesso viziata.

Aiutare l’adolescente a non essere più dipendente da queste sostanze significa renderlo consapevole al punto che non abbia più paura di conoscere e raccontare la propria storia.

Più il ragazzo racconta e più si rende conto che la droga non può sostituire il cibo affettivo di cui aveva bisogno nella sua infanzia e che non può continuare a trarre in inganno il proprio corpo riguardo a sentimenti estranei e non autentici.

Si renderà conto che la vera causa è interiore e che una droga non libera il corpo da dipendenza materna o da assenza paterna: il consumo di droghe infatti serve a cercare di colmare il buco che una madre o un padre hanno lasciato aperto in un bambino che non ha ricevuto dalla madre il cibo-alimento-affetto di cui aveva bisogno e nemmeno più tardi è riuscito a trovarlo in nessun altra fonte. Cosi come non ha ricevuto dal padre la necessaria consapevolezza che gli imponesse di sopportare in silenzio la manipolazione della madre e di adeguarsi ad una nuova realtà.

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