È il titolo del seminario tenutosi il 14 Maggio 2005 a Conversano (Ba) presso la Sala Convegni del Monastero di San Benedetto: di seguito una panoramica dei contenuti affrontati.
Il disegno infantile per la comprensione dei conflitti infantili
I codici di significazione che ci permettono di decodificare, tramite il disegno, conflitti dell’animo infantile si ricavano tramite l’applicazione del test della famiglia, ideato da L. Corman nel 1967.
È un test proiettivo atto a rivelare la vita emotiva e relazionale del bambino, da leggere in funzione di precise teorie di riferimento sullo sviluppo normale e patologico del bambino. Esso non è mai sufficiente da solo per proporre una qualsiasi diagnosi, ma è necessario che le informazioni ricavate siano congruenti con altri indici psicologico-clinici e psicometrici.
I disegni dei bambini sulla rappresentazione della famiglia, se ben interpretati, permettono di indagare sui conflitti dei bambini e sulle ripercussioni che hanno sulla personalità esteriore del fanciullo, sul suo carattere, sul suo modo di comportarsi, sul suo umore, e in particolare sul suo rendimento scolastico.
Tramite gli effetti visibili del disegno si può indagare e risalire alla causa nascosta, al conflitto delle tendenze proprie del fanciullo con le censure dell’ambiente in cui ha vissuto.
Se nell’esaminare il disegno del bambino bisogna tenere presenti tre aspetti:
- la composizione della famiglia;
- il posto in cui si colloca il bambino in rapporto ai familiari;
- valorizzazioni e svalorizzazioni dei personaggi.
i codici più significativi che ci permettono di capire dove si situa il disturbo sono:
- il livello grafico che evidenzierà l’ampiezza e la forza del disegno;
- la valorizzazione di un personaggio;
- la svalorizzazione di un personaggio;
- la zona della pagina in cui si colloca il disegno.
Nel livello grafico sarà importante analizzare i seguenti punti:
- ampi gesti che stanno ad indicare grande estroversione;
- piccoli gesti e linee corte che indicano inibizione e chiusura;
- spessore e pressione dell’impronta sulla carta che evidenzia la forza del tratto;
- rappresentazione di personaggi molto grandi, segno di un ipotetico squilibrio;
- rappresentazione di personaggi molto piccoli, segno di un difetto di espansione.
La valorizzazione è così espressa nel disegno:
- il personaggio valorizzato è molto spesso disegnato per primo;
- le sue dimensioni sono superiori rispetto agli altri;
- viene disegnato con maggior accuratezza, più cura dei dettagli, più armonico, proporzionato, più completo;
- viene maggiormente curato il suo abbigliamento ed accessori vari (cappello, borsetta, mollettine, collane, ecc.).
La svalorizzazione, al contrario, si manifesta con le seguenti modalità:
- il personaggio viene disegnato per ultimo;
- è disegnato più piccolo rispetto agli altri;
- può essere disegnato in disparte o sotto agli altri;
- è fatto in maniera frettolosa, poco curato nei particolari, con cancellature o correzioni;
- può essere disegnato senza il nome, mentre tutti gli altri lo hanno, oppure può essere disegnato e cancellato subito dopo.
La zona della pagina così si può così interpretare:
- zona superiore = zona dell’espansione e dell’immaginazione, dei sognatori e degli idealisti, zona elettiva di bambini con scarso principio di realtà e con istinti tendenti alla paranoia;
- zona inferiore = zona elettiva degli astenici, degli inibiti e dei depressi;
- zona sinistra = zona della regressione verso l’infanzia;
- zona destra = zona dell’avvenire;
- zone bianche = zone proibite.
È un lavoro vastissimo di cui di cui si è presentato solo un abbozzo, ma uno studio approfondito ed esteso ci permette probabilmente di imparare a trarre dal disegno della famiglia giudizi prognostici sull’avvenire del soggetto.