I codici di significazione del disegno infantile

È il titolo del seminario tenutosi il 30 Aprile 2005 a Conversano (Ba) presso la Sala Consiliare del Municipio: di seguito una panoramica dei contenuti affrontati.

Perché studiare il disegno dei bambini?

Una ragione consiste nell’esplorare l’acquisizione dell’abilità grafica infantile di per sé, quindi analizzare le relazioni spazio-geometriche, le relazioni parte-tutto, le strategie di progettazione e l’esecuzione motoria (Piaget e Inhelder, 1948; Goodnow, 1977; Willats, 1977a, b; Freeman, 1980a, b; Cox, 1985); un’altra ragione risiede nell’utilizzarlo come testimonianza di un processo più generale di competenza simbolica e cambiamento nelle rappresentazioni (Karmiloff-Smith, 1984; Cohen, 1985); un’altra ancora risiede nel fare del disegno del bambino un codice di significazione che, correlato a codici linguistici affettivi, permette di tracciare un’analisi minima di normalità e patologia (Corman, 1970; Fornari, 1979).

Negli ultimi anni si è assistito ad un importante cambiamento della prospettiva da cui si studia il disegno infantile, che consiste nel passaggio dal disegno considerato come una trasposizione fedele di un modello mentale ad un disegno inteso come prodotto complesso di più fattori, quali le intenzioni comunicative e rappresentative, le caratteristiche del compito, il processo esecutivo (Arnheim, 1974; Cox, 1981; Tallandini e Valentini, 1990; Tallandini e Toneatti, 1995), la proiezione di affetti legati al piacere/dispiacere (Passi Tognazzo, 1975). Il disegno come oggetto della psicologia, inoltre, è considerato un’utile strategia di elaborazione, rappresentazione e mezzo espressivo per individuare i processi di costruzione dei significati, che venga o meno inteso come pensiero visibile (Ingram, 1985). Se inoltre si considera che il disegno infantile rappresenta un processo di significazione naturale e non culturale del bambino, ossia, quel processo che ha in sé una pre-significazione affettiva, si può ben comprendere come esso sia pregno di automessaggi di presenze buone e cattive da codificare secondo una lettura che sia la più attendibile (Oliverio Ferraris, 1973).

Il punto di partenza, quando si studia il disegno, è l’individuazione di codici di codifica che più permettono di dare significato all’interpretazione dei disegni prodotti da bambini dai due ai sette anni di età. È importante ricercare codici attendibili che in quanto indicatori cognitivi spiegano l’evoluzione del disegno del bambino e il conseguente sviluppo mentale, sino a giungere a livelli più specificatamente simbolici e affettivi che permettono di tradurre l’adattamento che il bambino ha verso gli oggetti primari, siano essi legati al piacere o al dispiacere.

Lo studio del disegno infantile è un’utile tecnica da fornire ai genitori per meglio studiare i loro figli: un album di disegni del bambino è sicuramente da consigliare quanto un album di foto, lì si trovano senso e significati di molti comportamenti che il bambino ha e che spesso si perdono perché sono non verbali.

È indispensabile per gli operatori del settore, in quanto garantisce un feedback informativo complessivo più dettagliato sul reale livello mentale e affettivo, consentendo inoltre di effettuare interventi educativi individualizzati.