San Valentino nel Paese dei Bambini

Bimbi a San Valentino. Foto tratta da lacquarellodimina.blogspot.com.

Bimbi a San Valentino. Foto tratta da lacquarellodimina.blogspot.com.

Voi che sapete
Che cosa è amor,
Donne, vedete,
S’ io l’ho nel cuor.

Cherubino ne “Le nozze di Figaro” di Wolfgang Amadeus Mozart

Theodor Reik, discepolo di Freud, ci narra che un vecchio poeta austriaco chiedeva a se stesso: “Dimmi, da dove viene l’amore?”. E la risposta che dava a se stesso era: “Non viene da nessuna parte; c’è”. La risposta può suonare altamente poetica, ma a giudicarla con un buon distacco ci dice che nell’individuo un amore può solo esistere, non si può inventare.

Spesso l’amore del mondo degli adulti è, in un primo tempo, estasi, beatitudine o passione ardente ed irresistibile, e riesce successivamente a trasformarsi in una copia sfocata di ciò che era all’inizio, in desiderio sessuale sfumato, tenero affetto o – ancora peggio – leggera fantasia, stati d’animo che tradiscono meccanismi di autoconsolazione o autocompensazione.

Ci sono casi in cui quell’amore ardente iniziale si trasforma in amore morto, in maligna emozione intrisa di aggressività, odio, separazione. In altri casi emerge col tempo uno stato d’animo di insoddisfazione, di incompletezza, una sorta di nostalgia o di solitudine, una sensazione di carenza.

È il destino più frequente dell’ipocrisia della festa di San Valentino e degli innamorati: l’amore festeggiato in un momento felice della propria storia troppo facilmente si trasforma nel suo opposto!

Come una persona ama, in quale momento, in quali particolari condizioni, dipende dal tipo di persona che egli è, dalle tendenze in conflitto nel suo intimo.

Queste oscillazioni così accentuate tra amore e negazione dello stesso amore, tipiche del giovane o dell’adulto, non sono presenti in una psiche infantile, ingenua e primitiva: il bambino ama in modo molto più coerente, è capace di passioni ardenti e sembra realizzare facilmente l’amore, proprio laddove l’adulto spesso fallisce. Per il bambino amare significa “attuare qualcosa”, essere riempito e riempire di gioia, è creazione, gioco, parola, sentimento, pensiero e fantasia.

Si potrebbe persino dire che amare “come si deve” è cosa che appartiene solo ai bambini: questi piccoli esseri capaci di amare sono già artisti, musicisti, poeti e pittori.

Ma la capacità di amare del bambino va oltre:

  • un bambino desidera di essere amato nella maniera più sublime, con carezze e tenerezze materne, con gli occhi innamorati di un padre, o ancora con l’ammirazione empatica di un maestro;
  • un bambino privo di affetto e di amore accarezza se stesso, dandosi amore nell’immaginare personaggi di fantasia che pur senza esistere sono capaci di amare;
  • un bambino costretto da una malattia in un letto d’ospedale immagina l’angelo che lo ama e grazie a lui prende forza per vivere;
  • un bambino abbandonato da un genitore mai esistito e incapace di amare gli insegna quell’amore mai ricevuto, desiderando un suo abbraccio in ogni momento della sua vita;
  • un bambino costretto a lavorare troppo presto continua nel fondo del suo cuore a gioire per un giocattolo che mai riceverà;
  • un bambino costretto ad imbracciare mitra o fucili è pronto a sparare per amare coloro a cui appartiene.

Un’antica leggenda narra che il giardino della casa di San Valentino era un luogo di gioia ed amore, dove spesso gli abitanti della città di Terni si recavano, per ricevere i preziosi consigli del santo. Particolari ed abituali frequentatori del suo giardino erano i bambini, che vi si recavano per giocare: Valentino, rallegrato dalla loro spensieratezza e della loro purezza, spesso si fermava ad osservarli, soprattutto per essere certo che non corressero pericolo alcuno. Quando il sole iniziava a tramontare, egli si recava tra loro e a ciascuno regalava un fiore, che i bambini avrebbero dovuto portare alle loro mamme: solo un piccolo stratagemma, per essere certo che i fanciulli si dirigessero subito a casa, senza far troppo tardi!

La festa di San Valentino dovrebbe essere dedicata solo a chi è capace di amore autentico e quindi più ai bambini che a degli adulti innamorati.

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