Mio figlio scarabocchia

Il bambino già da 1 anno di vita scopre che può produrre dei segni in modo assai divertente.

Verso i 2 anni e mezzo il bambino entra in una nuova fase, detta dello “scarabocchio controllato”, in cui mostra un particolare impegno nell’effettuare il movimento per produrre determinati segni.

Dal terzo anno di vita, nella fase del pensiero simbolico e rappresentativo e contemporaneamente alla comparsa del linguaggio parlato, il bambino inizia a dare un nome ai suoi scarabocchi.

Verso i 4 anni il bambino tende ad abbandonare lo scarabocchio e si impegna nell’abbozzare la figura umana che rappresenta inizialmente tonda come una palla e, a volte, con le braccia che spuntano dalla testa.

Tra i 4 e i 7 anni, nella progressiva conquista di un’immagine sempre più adeguata a ciò che vuole effettivamente rappresentare, il bambino riesce a completare la figura umana nei suoi particolari.

Dai 9 agli 11 anni circa il bambino evidenzia un più acuto spirito di osservazione e senso estetico: gli oggetti e la figura umana sono ora riprodotti con forme più realistiche e con una maggiore ricchezza di dettagli (es.: l’abbigliamento).

Intorno agli 11 anni compaiono le regole del disegno: le proporzioni degli oggetti raffigurati divengono più realistiche e quindi trovano spazio la tridimensionalità, l’intuizione della distanza, della profondità, delle prospettive. Anche l’uso dei colori diventa più vario e differenziato, con sfumature e giochi di luci ed ombre.

Verso i 12 anni molti ragazzi perdono l’interesse per il disegno, che percepiscono inadeguato a rappresentare il loro pensiero: il disegno deve essere ora realistico e raffigurante al meglio l’oggetto da rappresentare.

Louis Corman, psichiatra infantile, ha elaborato il test dello scarabocchio. È un test semplice, di rapida e facile esecuzione: si fa disegnare al bambino, su un foglio di carta bianco e con una matita nera, uno scarabocchio.

Una madre deve conoscere dei codici di significazione per meglio capire lo scarabocchio del proprio figlio. Un prontuario di facile applicazione deve considerare i seguenti punti:

Tracciato veloce

      : attività, dinamismo, impulsività.

Tracciato lento

      : calma, tendenza alla pigrizia, riflessione.

Tratto marcato

      : energia fisica, vitalità, volontà.

Tratto sottile

      : delicatezza, sensibilità.

Orientato da sinistra a destra

      : voglia di fare nuove esperienze.

Tutto spostato a sinistra

      : timore, timidezza, insicurezza, bisogno dell’appoggio della figura materna.

Tutto spostato a destra

      : voglia di fare, desiderio di crescere, importanza della figura paterna.

A linee curve

      : capacità di adattamento.

A linee angolose

      : resistenza, energia, carica aggressiva.

Fatto senza sollevare la matita

      : socievolezza, intuitività.

Fatto con più tratti

      : bisogno di staccare per ritrovare le energie.

Ad occupare tutto il foglio

      : desiderio di attenzione, di manifestarsi.

Piccolo

    : introversione, desiderio di uno spazio tutto per sé.

Consideriamo alcuni esempi di scarabocchio infantile e cerchiamo di ricavare delle indicazioni sul possibile senso che il bambino ha voluto comunicare tramite il disegno.

Uno scarabocchio di Annarita, 2 anni

Nel suo scarabocchio Annarita ci comunica un buon senso di continuità nel tratto che spazia nell’intero foglio. Il tratto prende valore di segno di unione e di legame: partendo da un centro di energia la trasmette in tutte le direzioni, arrivando anche alla forma di un sole accennato.

Trattandosi di uno scarabocchio a linee curve evidenzia una buona capacità di adattamento, ma in alcune aree del disegno segnate da tratti marcati svela il passaggio dalla fase orale alla fase sadico-anale, segnando buona energia fisica, vitalità, volontà e aggressività.

Uno scarabocchio di Dario, 2 anni e 6 mesi

Dario nel suo disegno traccia forme tondeggianti ma il tratto è sottile e flebile. Il bambino può sottolineare tramite il suo tratto flebile un rifiuto larvato, un restringimento infantile dell’immagine e quindi anche della sua emozione e della sua aggressività, considerato che il bambino si trova nel suo periodo sadico-anale.

Uno scarabocchio di Francesco, 2 anni e 8 mesi

Francesco, due anni e sei mesi, disegna con un tratto ben marcato e tutto spostato a destra segno di una voglia di fare, di un desiderio di crescere, ma anche prende valore l’importanza della figura paterna. Infatti il bambino dà un nome a ciò che disegna e ciò permette una interpretazione più profonda dello scarabocchio. Egli definisce il primo scarabocchio come la sua famiglia e qui il tratto è marcato e coeso, poi nel suo secondo scarabocchio dice che è mamma e papà, e ancora il tratto è ben marcato e coeso. Il suo ultimo scarabocchio lo definisce come “il serpente che parla con una voce bella” e il tratto ha perso la sua coesione apparendo quasi tratteggiato: è qui che viene fuori l’angoscia del bambino di fronte ai cambiamenti, poiché il serpente, che è abitualmente fallico richiama la figura paterna ed esprime nell’immaginario del bambino la paura verso quegli animali che strisciano, iniettano il loro veleno perfidamente, uccidono e possono penetrare in orifizi.

La paura del padre è particolarmente evidente: può anche darsi che il bambino già viva l’ingombro del padre nell’esprimere l’amore alla madre e quindi cerchi di evidenziare la propria aggressività (padre = serpente), ma anche la propria paura (serpente = voce bella). Meravigliosa sintesi e bellissimo segno di un bambino che già vive un forte immaginario.

Uno scarabocchio di Francesco, 2 anni e 8 mesi

Francesco, due anni e otto mesi, ha un buon tratto e occupa tutto il foglio, segnando con ciò desiderio di attenzione e di manifestarsi. Il tratto è continuo e mostra dei punti di aggressività tipici della sua fase sadico-anale. L’uso del colore rosso sottolinea dei tratti di vivacità e di euforia. In certe parti dello scarabocchio il tratto prende valore di segno di unione e di legame ma la parte che si evidenzia è la rappresentazione “fil di ferro” che il bambino traccia nella parte destra, in basso, del foglio. Questa rappresentazione ci deve far riflettere sull’immaginario del bambino: una madre sottintesa e poco presente.

* È fondamentale sottolineare che per questi e altri casi esposti, i disegni sono test psicodiagnostici che consentono solo un orientamento alla diagnosi, e non la diagnosi stessa.

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