Le manifestazioni di carattere ossessivo si osservano nel bambino, anche piccolo, senza che queste preannuncino in ogni caso l’ulteriore comparsa di una nevrosi ossessiva. Viene così a porsi inevitabilmente il problema dell’evolutività di questi sintomi e del loro significato.
Un grande contributo deriva dall’analisi del disegno: vediamone* allora alcuni che evidenziano tratti ossessivi in un bambino tra i tre e i cinque anni:
Anthony, quattro anni, disegna il personaggio maschile ripetendo in modo ossessivo delle “sezioni”. Egli indica quattro di esse come porte: porta d’uscita, porta per camera, porta e porta di ingresso.
Analizziamo il disegno del personaggio femminile:
Anche in questo disegno Anthony ripete il tratto ossessivo con sezioni e tratti che rendono inesistente e disincarnata la figura femminile a lui richiesta.
Una delle caratteristiche del tratto ossessivo infantile è la rappresentazione di piccoli disegni spesso senza significato, senza tener conto della grandezza del foglio su cui il bambino sta disegnando.
È importante vedere come Anthony disegna la famiglia:
La rappresentazione della famiglia come desiderio è inesistente: lo possiamo dedurre da tratti esitanti, piccoli e senza senso. È anche evidente una notevole ansia fobica, perché il bambino non usa il tratto ripetuto – tipico dell’ossessività – bensì un tratto smembrato, caratteristico di forme depressive.
Anthony nella sua adolescenza ha poi mostrato molti problemi, fra cui una masturbazione coatta accompagnata a fantasie a carattere perverso.
* È fondamentale sottolineare che per questi e altri casi esposti, i disegni sono test psicodiagnostici che consentono solo un orientamento alla diagnosi, e non la diagnosi stessa.