Progredire nello studio diagnostico dell’autismo presuppone un’osservazione precoce e completa per valutare tutti i parametri che permettano di convalidare ulteriormente le forme cliniche.
L’importanza di questa valutazione vale anche per la prognosi; in effetti molti indici precoci hanno verosimilmente un valore significativo per l’evoluzione e per le indicazioni terapeutiche.
I segni più caratteristici che possono essere osservati nei primi due anni dell’evoluzione di una sindrome autistica sono ben sintetizzati – precisando che la classificazione è comoda perché “riunisce la totalità delle manifestazioni possibili, ma artificiale perché non corrisponde al profilo particolare di ogni bambino” – nella tabella che segue, tratta da “I segni premonitori dell’autismo” in Psicopatologia della prima infanzia. Vol. 2: Disturbi relazionali e patologie organiche, a cura di Serge Lebovici e Françoise Weil-Halpern, Bollati Boringhieri, Torino (pp. 59-61):
Primo semestre
Prime settimane
- lattante «molle» (o a volte «rigido») quando è preso in braccio;
- sembra «diverso»;
- guarda male: nessun contatto oculare, non segue i movimenti;
- è indifferente alle cure o piange appena ci si occupa di lui;
- non reagisce alla voce;
- presenta disturbi precoci del sonno;
- presenta disturbi alimentari: anomalie della suzione, poppate lente, «rifiuto» del seno o del biberon, rigurgiti;
- eventualmente anomalie fisiche minori.
Fino a tre mesi
- lattante ipotonico, tiene male la testa;
- tranquillità peculiare;
- anomalie dello sguardo;
- indifferenza del viso: «lattante serio»;
- scarsa attenzione alle persone;
- non sorride o sorride poco: non è sensibile alla voce;
- disturbi alimentari: anoressia, vomito, indifferenza durante la poppata;
- disturbi del sonno: insonnia «silenziosa» o agitata (piange giorno e notte);
- a volte ipersonnia.
Fino a sei mesi
- lattante «troppo calmo» o a volte «troppo nervoso» (eccitato, irritabile);
- ipotonia (a volte ipertonia);
- ritardo nel tenere il capo eretto, e in seguito nell’assumere la posizione seduta;
- assenza o ritardo dell’atteggiamento anticipatorio;
- assenza o anomalia dell’adattamento posturale: impressione di «bambola di pezza»;
- assenza del riflesso di aggrapparsi;
- assenza o saltuarietà del sorriso;
- poche espressioni facciali; viso triste, indifferente;
- anomalie dello sguardo (scarso contatto visivo, «sguardo vuoto», strabismo);
- indifferenza al mondo sonoro e/o ipersensibilità ad alcuni suoni;
- assenza o ritardo della lallazione;
- povertà dell’attaccamento affettivo;
- umore tetro, irritabile; pianti, capricci;
- nessuna espressione di gioia (nessuna eccitazione gioiosa con balbettii e movimenti delle gambe);
- interesse particolare per le mani; a volte ritmie nella culla;
- ignora i giocattoli;
- disturbi del sonno, insonnia agitata o calma;
- difficoltà alimentari;
- disturbi digestivi, stitichezza precoce;
- anomalie della curva termica.
Secondo semestre
- ipotonia;
- ritardo nell’assumere la posizione seduta, in seguito ritardo nel tenersi in piedi da solo;
- anomalia dell’adattamento posturale: tenuto in braccio si mantiene a distanza, si piega all’indietro;
- anomalia del contatto visivo, non guarda le persone, non fissa gli oggetti; a volte impressione di cecità (ma può interessarsi ai dettagli: prendere un capello, una briciola; fissare lo sguardo su luci o oggetti che girano);
- scarse espressioni facciali;
- nessun gesto simbolico;
- nessuna imitazione;
- indifferenza al mondo sonoro e/o reazioni paradossali ai suoni: impressione di sordità, ma interesse per la musica o spavento per alcuni rumori;
- lallazione povera, idiosincratica (non comunicativa);
- isolamento, «ritiro» affettivo;
- tranquillità particolare (o capricci);
- non si interessa alle persone;
- ignora i giocattoli o li utilizza in modo insolito (battere, portarli alla bocca);
- dondolii, giochi delle mani e delle dita davanti agli occhi;
- nessuna angoscia di separazione;
- nessuna reazione ansiosa di fronte a un estraneo;
- paure insolite (situazioni nuove, alcuni rumori ecc.) ;
- disturbi del sonno: insonnia (o ipersonnia);
- difficoltà alimentari: rifiuto del cucchiaino, dei bocconcini di cibo, degli alimenti nuovi;
- anoressia, vomito, mericismo;
- mancanza di interesse per la preparazione del pasto, gusti particolari.
Secondo anno
- ritardo (o arresto) della locomozione;
- portamento e motricità particolari: cammina in punta di piedi, batte le braccia, si dondola, fa giravolte;
- anomalie nell’adattamento posturale;
- prensione arcaica, cattiva coordinazione occhio-mano;
- ipoattività con insufficienza dell’esplorazione dell’ambiente (o iperattività non finalizzata);
- stereotipie (dondolii);
- anomalie dello sguardo: scarsa attenzione visiva, sguardo particolare (periferico, breve), fissa a lungo dei dettagli;
- anomalie della percezione uditiva; interesse per la musica;
- poche espressioni facciali e scarsi gesti simbolici;
- linguaggio assente o perturbato: parola-suono priva di senso, ecolalia;
- disturbi della comprensione verbale e non verbale;
- scarsi contatti con le persone (ritiro, assenza di interesse, preferisce essere solo);
- reazioni affettive povere o estreme: alcune esigenze molto forti contrastano con la grande indifferenza apparente;
- capricci, angoscia, paure intense (rumori meccanici);
- giochi poveri o stereotipati: ignora gli oggetti o li utilizza in modo inabituale (li annusa, li lecca, li gratta, li fa girare, ecc.);
nessun gioco imitativo;- interessi particolari (fonti luminose, giochi di ombre, riflessi, oggetti che girano, ecc.);
- evita alcune sensazioni: rumore del vento, contatto con la sabbia, ecc.;
- disturbi del sonno (sonno agitato, ritmia, si batte la testa, ecc.);
- disturbi alimentari (rifiuto di certe consistenze, di certi sapori);
- mancanza di interesse (o opposizione) ai tentativi di acquisizione della pulizia, giochi con le feci.
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