Buon compleanno, Freud!

Logo dell'anno commemorativo della Sigmund Freud Foundation.

 

Illustre Professore,
[…] E quanto all’uomo, Lei non potrà liberarsi di me, se non altro perché sarò io a non mollarla; io me ne sto aggrappato ben forte, e così ci rimetterei un pezzo di pelle se mi scrollasse via.
Spero che le mie dichiarazioni d’amore non suonino troppo monotone. In fondo, però, sono tranquillo a questo riguardo, da quando ho visto il Suo sorriso comprensivo che personifica così bene il “Non giudicate”.
Con molti cordiali saluti ed auguri sono
il Suo devoto Groddeck.

Caro professore,
[…] L’annuncio che Lei si sta occupando della tecnica mi ha sorpreso molto piacevolemente. Ne abbiamo bisogno; ci risparmierà fatiche e delusioni. Deve essere piuttosto penoso trasmettere in modo accessibile a noi discepoli conoscenze conquistate a prezzo di tanti sacrifici. Chiunque abbia finora portato avanti faticosamente il proprio lavoro senza questo supporto, apprezzerà la grandezza del dono che Lei ci fa. […]
Suo devoto
dott. Ferenczi.

Stimatissimo professore,
[…] Con il Suo aiuto ho già ficcato lo sguardo abbastanza a fondo, è vero, ma sono ancora ben lontano dal veder chiaro. Comunque ho la sensazione di aver compiuto interiormente un passo avanti quanto mai sostanziale dal momento in cui L’ho conosciuta personalmente, perché ho l’impressione che sia assolutamente impossibile capire a fondo la Sua scienza se non si conosce la Sua persona. […]
dal Suo devoto e riconoscente
Jung.

Caro professor Freud,
Innanzitutto mi consenta di ringraziarLa per il Suo interessantissimo estratto. Era, come tutti i Suoi scritti, troppo breve, perché noi aneliamo, come Oliver Twist, ad avere di più. […]
Suo sempre cordialmente
Ernest Jones.

L’effetto curativo e liberatorio del metodo psicoanalitico mi riempie di gratitudine e alimenta in me una fiducia che dura da tutta la vita nel metodo psicoanalitico e nella sua efficacia. È per questo che intendo ringraziare il creatore della psicoanalisi per la sua chiarezza, trasparenza e scientificità. Con Freud il caso clinico diventa storia di vita, il paziente un essere umano che cerca soluzione e vie di uscita dai suoi conflitti. Il divano svela i segreti del cuore umano, gli abissi e gli orrori dell’esistenza umana.

Ciò si è potuto realizzare grazie alla sua impresa, a cui si deve attribuire una importanza epocale: l’eliminazione della differenza tra normale e malato.

Alcuni hanno uno scetticismo verso l’opera di Freud, perché da essa emerge l’idea di un uomo autonomo e senza timori, che può “dominare il mondo esterno delle apparenze attraverso il mondo interno del desiderio”, come scriveva lo stesso Freud nel 1932 ad Arnold Zweig.

Ancora Freud nel 1924 esprime l’aspettativa “che la psicoanalisi penetri come fermento significativo nello sviluppo civile dei prossimi decenni e ci aiuti ad approfondire la nostra comprensione del mondo”. La psicoanalisi ha compiuto cento anni, Freud ha compiuto centocinquant’anni e guardando bene all’indietro si nota che se la sua aspettativa si è realizzata in senso puramente scientifico spesso si vive un rigetto della psicoanalisi da parte del resto del mondo, e nello specifico delle istituzioni: probabilmente perché si sottrae per sua natura alle pressanti logiche di mercificazione, già preesistenti alla discutibile frenesia globalizzatrice. Brutalmente: non vende nulla, non piazza prodotti, semplicemente cura.

La psicoanalisi deve appartenere a tutti gli uomini, non in ossequio ad una propaganda di tipo missionario o apostolico, ma semplicemente come modo efficace per comprendere l’aggressività irrazionale e le tendenze distruttive delle società, così come le relazioni dei popoli tra loro.

Finché la psicoanalisi si richiamerà allo studioso Freud essa continuerà ad esistere, ad influire sul pensiero dell’uomo e sulle idee riguardo alla sua essenza.

Buon compleanno quindi, professor Freud!

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