Archivi per categoria: Scuola e istruzione

I codici “segreti” dei tratti infantili disturbati

Con quali criteri e con quali tecniche di osservazione siamo in grado di prevenire nel bambino la nascita di un sintomo, riconoscendolo prima che si strutturi e si renda manifesto? Quali sono i metodi per percepire il pericolo prima che il sintomo inizi ad agire?

Del saper apprezzare piccoli capolavori

Con l’inevitabile imperfezione – anche temporale – che un po’ contraddistingue i blog, ormai soprattutto quelli che con termine un po’ superato possiamo definire “amatoriali” (cioè che danno qualcosa ai lettori per il solo gusto del gesto, e con meno secondi fini possibile), per festeggiare (anche questo 100° post di Ri-vivere) ecco due regali:

Ci sono ancora adulti?

Quando Georges Canguilhem, filosofo ed epistemologo francese, in una conferenza al “College philosophique” si chiedeva se ci fossero ancora adulti, ossia se esistesse uno stato della vita con caratteristiche di adultità, non plasmato da regressioni e conflitti infantili, indirettamente rifletteva e faceva riflettere sulla difficoltà dell’adulto di diventare maturo ed equilibrato ed in quanto tale riuscire ad essere un buon esempio nella vita dei propri figli.

Una maschera di nome bullo

Il disegno, così come il gioco, ha un valore primario durante l’infanzia (nel periodo che va indicativamente fra i due e i nove anni) che non si esaurisce necessariamente con l’avvicinarsi dell’adolescenza: si avvia invece a rappresentare un segno tangibile di energie psichiche liberatorie organizzate secondo un lessico personale, che fa capo a vissuti emozionali, attuali o risalenti all’infanzia del soggetto.

Educatori addestrati nell’analisi del disegno infantile

Nell’attuale contesto della psicoanalisi infantile l’utilizzazione del disegno è pratica corrente. Il disegno è per il bambino il miglior modo di espressione simbolica, intermedio tra il gioco e la parola. Il bambino è capace di utilizzare il disegno come l’equivalente delle libere associazioni utilizzate nell’analisi degli adulti. Infatti un analista esaminando i disegni del suo piccolo paziente si accorge che il bambino trascura quei pochi valori morali tipici della sua età, cancella o non bada alle conseguenze delle sue rappresentazioni artistiche, proclama la libertà degli impulsi come fini a se stessi, non evita la sua nevrosi, anzi la manifesta con precisi tratti di impulsività morbosa, sensi di colpevolezza, identificazioni anormali. Tutto ciò che viene prodotto nel disegno infantile, sia esso normale o disturbato, è collegato al mondo interiore dello psichismo infantile ma soprattutto con il suo mondo pulsionale: proprio il disegno dà al bambino l’occasione di proiettare vissuti che racchiudono i tanti errori compiuti dall’ambiente in cui è vissuto.

Mio figlio non va bene a scuola

Bambini e adolescenti che mostrano un insuccesso scolastico sono sovente vittime di pregiudizi da parte di una istituzione non pronta a capire il problema e ad individuare gli aspetti personali, sia sul piano dell’analisi delle cause, sia sul piano delle indicazioni terapeutiche. Ciò non consente di superare pienamente l’atteggiamento di sbrigativa condanna che insegnanti e genitori solidalmente esprimono nei confronti dello studente: se non va bene a scuola vuol dire che “manca di intelligenza o di volontà”, oppure che “non è portato per lo studio”.

Droga e gioventù

La dipendenza coatta da droghe e sostanze stupefacenti può avere effetti catastrofici perché chiude la via all’autenticità di emozioni, affetti e sentimenti.

A scuola con la perversione

Non esistono insegnanti ideali.

L’insegnante e il suo alunno

La psicoanalisi dei bambini ha permesso all’insegnante di comprendere: i primi stadi dell’organizzazione della personalità infantile; la genesi e l’organizzazione dei fantasmi infantili; il passato e le forze operanti nel corso dello sviluppo del bambino; e soprattutto: il significato del gioco, che è stato considerato dalla psicoanalisi la via maestra per penetrare nell’organizzazione profonda dei […]

La scuola: “moi-peau”

La scuola è il primo contenitore sociale che il bambino contatta dopo la famiglia. Come contenitore, secondo la concezione di Didier Anzieu, la scuola deve garantire un involucro le cui funzioni sono di legame e delimitazione della realtà psichica, mentale e fisica. In questo senso essa diventa prima “pelle psichica” (Esther Bick), vista come forza […]