Archivi per categoria: Prima infanzia

Il carattere e i suoi squilibri

Come in tutti i problemi che sono vicini alla formazione del carattere umano, due fattori determinano la normalità e l’anormalità dello sviluppo psichico dell’individuo: le disposizioni ereditarie innate e le influenze regolatrici dell’ambiente sullo sviluppo pulsionale, soprattutto quello della prima infanzia.

I codici “segreti” dei tratti infantili disturbati

Con quali criteri e con quali tecniche di osservazione siamo in grado di prevenire nel bambino la nascita di un sintomo, riconoscendolo prima che si strutturi e si renda manifesto? Quali sono i metodi per percepire il pericolo prima che il sintomo inizi ad agire?

In nome del padre. Che non c’è

L’argomento ha senza dubbio una certa risonanza poetica. Ma non è per nulla banale e superfluo definire nei particolari l’oggetto della nostra riflessione, ossia che cosa si intende per padre nella vita di un individuo. C’è chi vorrebbe limitare l’idea del padre esclusivamente ad un evento normale ed ovvio che accade nella vita di ognuno di noi. Se ci attenessimo a questa limitazione oggi non ce la caveremmo di fronte ad una quantità di osservazioni di attività psichiche determinate dall’agire paterno.

Il piccolo bambino e il suo educatore

Finora l’orientamento professionale degli insegnanti di scuola materna si è dedicato particolarmente all’idoneità intellettuale, mentre è di fondamentale importanza indagare e stabilire l’impostazione psicologica che una determinata persona ha verso la sua professione.

A che cosa serve un insegnante con abilità straordinarie per la sua professione che nello stesso tempo provi un’avversione insormontabile, che del resto può perfino essergli completamente incomprensibile?

L’indagine dell’impostazione psicologica verso la professione di insegnante tenta di mettere in chiaro se questa professione viene scelta per cause oggettive oppure affettive.

In questo senso ideale professionale e disposizione devono coincidere per evitare che tendenze estranee al lavoro possano inquinarlo, determinando effetti catastrofici. Questi ultimi, ricordiamolo, influiscono senz’altro sull’anima infantile e sulla vita interiore del bambino in maniera spesso irreversibile.

Il disegno infantile: un po’ di storia

L’attività pittorica del bambino è stata considerata per secoli una forma di espressione mancata, come osservato da Bombi e Pinto (1993). È soltanto sul finire del diciannovesimo secolo che il disegno è diventato a pieno titolo oggetto di attenzione e di ricerca.

Questa svolta si deve ai lavori di Cooke (1885) e soprattutto alle ricerche di Ricci (1887). Sull’argomento è suo il contributo alla letteratura degli inizi. Si racconta che in un giorno piovoso Ricci si trovasse sotto ad un abete da dove scorse affascinanti e goffi disegni sicuramente provenienti dalle mani di un bambino; niente di inconsueto se non fosse che da questo momento Ricci iniziò ad interessarsi al disegno ed all’arte infantile.

Ai figli regalate relazioni invece di oggetti

Enormi progressi sono stati compiuti dalla ricerca negli ultimi anni, che ha messo a disposizione un nuovo corpus di conoscenze sulla prima infanzia, grazie a nuovi metodi sperimentali.

Mio fratello mi respinge!

Considerare la nascita di un fratellino, o di una sorellina, come un evento traumatico per il bambino è parte di un modo molto comune di pensare. Forse sarebbe giusto dire con Maurice Porot che la nascita del fratellino e quindi “la rivalità fraterna non è un difetto: è una sofferenza” perché il bambino si trova a vivere una situazione in cui tutto viene rimesso in discussione: l’affetto dei suoi genitori di cui fino a quel giorno egli era il solo a beneficiare, il posto privilegiato nella sua cameretta, il suo spazio vitale, i suoi giocattoli e tutte le sue cose. Non ci sorprende che, per l’improvvisa rivelazione fatta dai genitori del lieto evento e della felice condivisione, il bambino viva nel suo mondo profondo più un’invasione che una sorpresa.

O figlio, mio padrone!

Il bambino esiste ed ha esperienza di sé solo attraverso l’attenzione affettiva della madre. Winnicott insiste sulla necessità di “un’attitudine materna” ad adeguarsi – sul piano delle fantasie e su quello affettivo – alle prime manifestazioni di creatività del figlio, e sottolinea come sia fondamentale perché il bambino acquisti un’autentica fiducia nel suo vero Sé, in via di sviluppo e definizione.

Ben arrivato, fratellino tanto odiato!

Charles Baudouin ha dedicato alla rivalità fraterna, che definisce come “complesso di Caino”, diversi capitoli de “L’anima infantile e la psicoanalisi”.

Il bambino disegna il suo mondo interiore

Il disegno di un bambino apporta una quantità di informazioni molto più preziose rispetto alle parole, che dominate da chiusure e da tabù educativi ci rivelano ben poco: inconsapevolmente egli ci offre molto del suo mondo interiore, liberandosi contemporaneamente di molteplici tensioni patogene inconsce, specie nel disegno libero e spontaneo.