Considerare la nascita di un fratellino, o di una sorellina, come un evento traumatico per il bambino è parte di un modo molto comune di pensare. Forse sarebbe giusto dire con Maurice Porot che la nascita del fratellino e quindi “la rivalità fraterna non è un difetto: è una sofferenza” perché il bambino si trova a vivere una situazione in cui tutto viene rimesso in discussione: l’affetto dei suoi genitori di cui fino a quel giorno egli era il solo a beneficiare, il posto privilegiato nella sua cameretta, il suo spazio vitale, i suoi giocattoli e tutte le sue cose. Non ci sorprende che, per l’improvvisa rivelazione fatta dai genitori del lieto evento e della felice condivisione, il bambino viva nel suo mondo profondo più un’invasione che una sorpresa.
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